domenica 1 settembre 2013

Cittadinanza onoraria a GIORGIO ALBERTAZZI, qualche considerazione!

Ricadi 1 settembre 2013


Oggi, ho accolto l’invito del sindaco Pino Giuliano e sono andato a  Ricadi per partecipare al conferimento della cittadinanza onoraria a Giorgio Albertazzi. Non so se, come dice Bertolt Brecht nel suo Breviario di estetica teatrale, “ compito del teatro, come di tutte le altre arti, è ricreare la gente”. Ma so di certo che nell’intensa attività teatrale di Giorgio Albertazzi parole e accadimenti affiorano in una relazione dialettica continua con il pubblico. Questo, come egli stesso ha scritto: “implica un rapporto diverso dalla consuetudine, con la platea da una parte e gli attori e quindi lo spettacolo dall’altra. Ma si manifesta in un rapporto di confronto e di scontro o d’intese più vitali e dinamiche, di complicità attiva”. Per di più  “ l’imprevedibile “ diventa un momento artistico alto, coacervo non solo della trama scritta ma anche di quella mentale, che si materializza nell’opera come forza guida e di attacco. Un maestro, dunque, che come si legge nella motivazione dell’attribuzione della cittadinanza onoraria di Ricadi “ha fatto la storia del teatro e ha reso onore alla Calabria con la direzione del Magna Grecia Teatro Festival''. Ed, io credo, che sia giusto dare la giusta rilevanza anche al Magna Grecia di Albertazzi. Innanzitutto, perché non è la classica iniziativa che nasce e muore in un giorno. Occorre dire che, in questo caso, i fondi Europei sono stati spesi bene. L’importanza culturale e sociale del teatro, difatti, non deve mai essere dimenticata. Non per niente, come sindaco di Casignana, oltre ad aver aderito al Magna Grecia per molti anni, ho cercato anche altre vie di avvicinamento al mondo teatrale. Tra le tante iniziative, ad esempio, nel 2010 abbiamo avviato nel borgo antico di Casignana un progetto di “Prove Aperte” con attori che hanno vissuto per un mese nel nostro paese. E ricordo che molti di questi attori si proclamavano esplicitamente “Albertazziani”. Insomma, nel centro storico di Casignana ogni giorno una compagnia teatrale faceva le sue prove nell’antica piazzetta, davanti a tutti. Era quasi un cantiere aperto ove si aggiravano curiosi, giovani e appassionati di recitazione; cittadini che, probabilmente, non hanno mai avuto l’opportunità di capire come nasce un’opera teatrale e che essa è anche il derivato della fatica e del lavoro. Un’esperienza che ancora oggi tutti rammentano, laddove un posto quasi ”staccato” dal mondo, dalla quotidianità, era diventato parte delle nostre giornate. L’arte vissuta in modo dinamico, era questo l’intento che ci eravamo posti, affinché la cultura non apparisse come un mezzo a disposizione di poche persone ma si trasformasse in ambiente all’interno del quale tutti, ed in particolare i giovani, avessero la possibilità di modificare il loro modo di sentire e di fare esperienza. Anche perché l’evoluzione sociale non può non percorrere la via dell’arte e delle grandi lezioni di maestri come Giorgio Albertazzi, un artista che non ha mai rinunciato ad essere se stesso. Basti pensare che imprevedibile Albertazzi lo è anche sul suo sito internet, quando dice : ”Sul mio passaporto c’è scritto: attore. In realtà faccio anche il regista, lo sceneggiatore, il riduttore di romanzi per la televisione e ora l’autore teatrale. Alcuni amici sostengono che il mio vero mestiere è l’attore. Altri dicono che dovrei soltanto scrivere. Altri ancora che non dovrei mai più fare una regia teatrale. Chissà quali sono fra questi gli amici autentici?”.
Io, se lo posso rassicurare, parlando con tanti artisti e, recentemente, anche con Michele Placido, gli garantisco che di amici e di estimatori  il maestro Albertazzi ne ha veramente tanti.